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Urania - Asimov d'appendice
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LE ISOLE DELLA TERRA - Isaac Asimov
Titolo originale: The isles of earth

In seguito a un mio articolo in cui affermavo che il «Boston's Prudential» è il più alto edificio dell'America continentale del Nord, in confronto ai più alti dell'«isola» di Manhattan, ho ricevuto la lettera di un lettore che mi diceva di risalire i fiumi Charles e Neponset verso le sorgenti, e vedere se Boston non può essere considerata un'isola.
Ho seguito il suo consiglio e, in un certo senso, devo dire che ha ragione. Il Charles scorre a nord di Boston, e il Neponset a sud. A sud-ovest della città i due fiumi sono separati da una lingua di terra larga circa quattro chilometri, attraversata da un corso d'acqua che unisce il Charles al Neponset, così che gran parte di Boston e alcune zone periferiche occidentali, compresa quella dove abito io, sono completamente circondate da acqua. Si può quindi dire che la Prudential Tower, e la mia casa, sorgono su un'isola.
Ma, anzitutto, che cos'è un'isola?
La parola inglese «island» deriva dall'anglo-sassone «eglond», che letteralmente significa «acqua-terra», cioè «terra circondata dall'acqua».
Questo termine anglo-sassone, avrebbe dovuto arrivarci, attraverso i secoli, come «eyland», o «iland». La «s» venne inserita erroneamente, anche per l'influenza della parola «isle», sinonimo di «island» che non è legata etimologicamente all'altra. Per «isle» dobbiamo risalire ai tempi classici.
Gli antichi greci, nel loro periodo di grandezza, abitavano molte isole del Mediterraneo e una parte della terraferma. Loro, e i romani che seguirono, erano ben consapevoli dell'apparente fondamentale differenza tra i due tipi di terra. Per loro, un'isola era un pezzo di terra relativamente piccola circondata da mare. La terraferma (di cui la Grecia e l'Italia facevano parte) era, d'altra parte, una terra continua senza un limite conosciuto.
Per la verità, i geografi greci ritenevano che la superficie della terra fosse ben delimitata e che la terraferma fosse circondata da ogni lato dagli oceani, ma, tranne per l'ovest, la loro era una semplice teoria. A ovest infatti, oltre lo stretto di Gibilterra, il Mediterraneo si perdeva in un oceano immenso. Né i greci, né i romani, riuscirono mai a viaggiare sulla terra tanto a nord, o a est, o a sud (in Africa), da arrivare alla fine della terraferma a vedere con i propri occhi gli oceani, anche se avevano il Golfo Persico e il Mar Rosso, insenature dell'Oceano Indiano.
In latino, la terraferma era «terra continens», cioè «terra che si tiene insieme». Insomma, quando si camminava sulla terraferma, c'era sempre un altro pezzo di terra unito a quello che stavano percorrendo. Il termine è arrivato fino a noi come «continente». Di conseguenza, il piccolo pezzo di terra, non tenuto insieme dalla terraferma, ma separato e circondato dal mare divenne terra «in salo», cioè «nel mare», diventato «insula» in latino, e per passi successivi «isola» in italiano, «isle» in inglese, e «ile» in francese.
Il significato primo della parola «isola» quindi, è quello di terra circondata da acqua salata. Un significato troppo limitato, in base al quale non si saprebbe come definire Manhattan che, a ovest, è bagnata dal fiume Hudson. Ci sono poi lembi di terra, comunemente chiamati isole, in mezzo ai laghi, o ai fiumi, e che non sono certamente circondati da acqua salata. Comunque, anche questi pezzi di terra devono essere circondati da una distesa d'acqua assai imponente rispetto al loro diametro. Nessuno, infatti, si sognerebbe di chiamare isola una ampia distesa di terra per il solo fatto che è circondata da un torrente. Quindi, Boston non è un'isola, e Manhattan sì. Comunque in questo mio articolo io voglio attenermi al senso stretto del termine, e parlare soltanto delle isole circondate da acqua salata.
In questo caso, tuttavia, e sempre parlando nel senso stretto del termine, le superfici terrestri del nostro mondo non sono altro che isole. Non esistono continenti nel senso letterale della parola. Non esiste terraferma continua, senza una fine. Marco Polo raggiunse l'estremità orientale della vecchia terraferma conosciuta nel 1275. Il navigatore portoghese Bartolomeo Diaz arrivò all'estremità sud nel 1488. E gli esploratori russi ne definirono il confine nord tra il XVII e il XVIII secolo.
La terraferma di cui sopra comprende i tre continenti dell'Asia, Europa e Africa. Ma perché tre continenti, dove esiste un'unica e continua striscia di terra, a parte i fiumi, e il canale di Suez, questo costruito dall'uomo?
La molteplicità dei continenti risale al tempo dei greci. I greci del periodo di Omero erano concentrati sulla terraferma della Grecia e si trovavano di fronte a una seconda terraferma ostile a est dell'Egeo. I greci primitivi non avevano ragione di sospettare che ci fosse un qualsiasi legamento di terra tra le due terre, e le chiamarono con nomi diversi: la loro era l'Europa, e l'altra l'Asia.
I termini sono di origine sconosciuta, ma secondo la teoria che preferisco derivano dalle parole semitiche «assu» e «erev», che rispettivamente significano est e ovest. (I greci possono aver ereditato queste parole dai fenici, così come avevano assorbito l'alfabeto fenicio). La guerra di Troia del 1.200 a. C. segna l'inizio del confronto tra est e ovest.
Probabilmente gli esploratori greci avevano scoperto il legame tra le due terre. Il mito di Giasone e degli Argonauti, e la loro ricerca del Vello d'Oro, riflette probabilmente le spedizioni commerciali precedenti la guerra di Troia. Gli Argonauti raggiunsero la Colchide (collocata dagli studiosi all'estremità orientale del Mar Nero) dove la terraferma si congiunge.
Infatti, come adesso sappiamo, a nord del Mar Nero ci sono circa 2.400 chilometri, e un viaggiatore può passare da una parte all'altra del Mar Egeo (cioè dall'Europa all'Asia) proprio percorrendo questi 2.400 chilometri. Di conseguenza, l'Europa e l'Asia sono continenti separati soltanto da una convenzione geografica, e tra loro non esiste un vero e proprio confine. Questa massa di terra unita viene frequentemente chiamata Eurasia.
Gli Urali sono arbitrariamente segnati sugli atlanti quale confine tra Europa e Asia, in parte perché gli Urali rappresentano l'unica interruzione nell'immensa pianura che si estende per 10.000 chilometri dalla Germania all'Oceano Pacifico, e in parte perché, politicamente, la Russia (che fino al 1580 era limitata alle regioni a ovest degli Urali) viene considerata parte dell'Europa. Comunque, la porzione asiatica dell'Eurasia è assai più grande della porzione europea dell'Europa, tanto che spesso si considera l'Europa come penisola dell'Eurasia.
L'Africa è un continente molto più staccato dell'Europa. L'unico legame dell'Africa con l'Eurasia è l'istmo di Suez, ora largo centocinquanta chilometri, ma che ai tempi antichi era assai più stretto.
Ad ogni modo un passaggio fra i due continenti c'era, e veniva abbondantemente sfruttato dai mercanti, e dagli eserciti, che lo attraversavano di continuo, mentre di raro percorrevano la strada a nord del Mar Nero. I greci conoscevano il legame esistente tra le nazioni che loro chiamavano Siria ed Egitto, e consideravano l'Egitto, e tutte le terre a ovest, come parte dell'Asia.
Per i romani la questione era diversa. Assai più lontani dall'istmo di Suez, durante tutti i primi anni della loro storia quel legame aveva per loro un interesse puramente accademico. I loro contatti con l'Africa avvenivano esclusivamente per mare. Inoltre, come i greci si erano trovati a confronto con Troia, su una terra vicina, con un mare di mezzo, anche i romani, migliaia di anni dopo, vennero in guerra con i cartaginesi, che abitavano la terra di fronte, con un mare di mezzo. Lo scontro dei romani con Annibale fu decisivo come lo era stato quello con Ettore per i greci.
La regione dove sorgeva Cartagine venne chiamata dai suoi abitanti con un nome che in latino, suonava «Africa». Questa denominazione si riferiva, secondo i romani, sia al territorio di Cartagine (l'attuale Tunisia del nord) sia all'intera terraferma che fronteggiava Roma. I geografi del periodo romano e i greco-egiziani dell'epoca tolemaica, elevarono l'Africa al rango di terzo continente.
Ma guardiamo ai fatti geografici senza complicarli con eventi storici. Se non si tiene conto del Canale di Suez, è possibile viaggiare dal Capo di Buona Speranza allo Stretto di Bering, o al Portogallo, o alla Lapponia, senza mai attraversare acqua salata, tanto da poter dire che questa terra forma un unico continente. Questo singolo continente non ha un suo nome ufficiale, e chiamarlo «Eurafrasia», come si è tentato a volte di fare, è ridicolo.
Però, si può fare un altro ragionamento. Questa estensione di terra è immensa ma finita, ed è completamente circondata dagli oceani. Quindi è un'isola. Enorme, certo, ma un'isola. Se teniamo presente questo, allora esiste un nome. Un nome che a volte viene usato dai geopolitici: «Isola Mondiale».
Il nome implica che il triplo continente Europa-Asia-Africa sia un mondo unico, e questo, come sappiamo, è quasi vero. Considerate la Tavola 1 (E lasciatemi precisare che in questa tavola e in quelle seguenti, le cifre che si riferiscono all'area sono abbastanza precise, ma quelle riguardo alla popolazione lasciano spesso a desiderare. Ho cercato di ricavare dalla mia biblioteca i dati relativi alla popolazione alla metà del 1960, ma non sempre mi è stato possibile. Tra l'altro, anche quando trovavo le cifre, spesso venivano riferite come «approssimative», e potevano quindi essere molto lontane dal vero. Comunque, ho cercato di fare del mio meglio).


Tavola 1. Isola Mondiale
 mqpopolazione
Asia16.500.0001.580.000.000
Africa11.500.000290.000.000
Europa3.800.000640.000.000
Isola Mondiale31.800.0002.510.000.000

L'Isola Mondiale copre poco più di metà della totale area terrestre del globo. E, cosa più significativa, ospita i tre quarti dell'intera popolazione della Terra.
La sola distesa di terra che può competere, anche se lontanamente, con l'Isola Mondiale è il territorio americano, scoperto anzitutto dagli asiatici primitivi migliaia di anni fa, poi dal navigatore nordico Leif Ericsson nel 1000 d. C., e finalmente dal navigatore italiano Giovanni Caboto (John Cabot per gli inglesi, al cui servizio lavorava), nel 1497. Non ho nominato Colombo perché prima del 1497 scoprì soltanto delle isole. Infatti, Colombo toccò il territorio continentale americano soltanto nel 1498.
Colombo pensò che il nuovo territorio fosse parte dell'Asia, e poteva benissimo essere. La completa indipendenza fisica dall'Asia venne dimostrata soltanto nel 1728, quando il navigatore danese Vitus Bering (al servizio dei russi) esplorò quello che ora si chiama Mare di Bering, e superò l'odierno Stretto di Bering, per provare che la Siberia e l'Alaska non erano uniti. Ecco, quindi, una seconda immensa isola della Terra. Questa viene tradizionalmente divisa in due continenti, il Nord America, e il Sud America. A ogni modo, se non teniamo conto del Canale di Panama, costruito dall'uomo, le due terre sono unite, e si può viaggiare dall'Alaska alla Patagonia senza dover attraversare acqua salata.
Non esiste un nome per questo doppio continente. Lo si potrebbe chiamare «le Americhe», ma io rifiuto di usare il plurale proprio perché si tratta di definire un unico territorio unito.
Suggerirei di usare un termine coniato da me. «La Nuova Isola Mondiale». Questa definizione si collega all'usanza diffusa, anche se vecchia, di chiamare l'America «il Nuovo Mondo». E indica inoltre, tra Isola Mondiale e Nuova Isola Mondiale lo stesso tipo di relazione che esiste tra Inghilterra e Nuova Inghilterra, o tra York e New York.
I dati che si riferiscono alla Nuova Isola Mondiale sono riportati nella Tavola 2. Come potete vedere la Nuova Isola Mondiale ha un'area che è circa metà di quella dell'Isola Mondiale, e solo un sesto circa della sua popolazione.


Tavola 2. Nuova Isola Mondiale
 mqpopolazione
Nord America9.385.000275.000.000
Sud America7.035.000157.000.000
Nuova Isola Mondiale16.420.000432.000.000

Esistono altre due distese di terra grandi a sufficienza da essere considerate continenti, e una terza che lo potrebbe essere, ma che di solito viene ritenuta troppo piccola. Sono, in online di area decrescente: l'Antartico, l'Australia, e la Groenlandia. La Groenlandia è quasi disabitata, ma vorrei (per pura formalità) metterla nel gruppo di quelle che chiamiamo «isole continentali». In tal modo potremo passare ai territori più piccoli della Groenlandia, e soffermarci su questi.
La tavola 3 elenca i dati relativi alle isole continentali.


Tavola 3. Le isole continentali
 mqpopolazione
Isola Mondiale31.800.0002.510.000.000
Nuova Isola Mondiale16.420.000432.000.000
Antartico5.100.000-
Australia2.970.00011.000.000
Groenlandia840.00025.000

I territori che rimangono, tutti più piccoli della Groenlandia, sono quelli che noi comunemente chiamiamo «isole». Da qui in avanti, quando parlerò di «isole», mi riferirò esclusivamente a territori più piccoli della Groenlandia e completamente circondati dal mare.
Ce ne sono migliaia, e rappresentano una porzione di superficie terrestre del globo tutt'altro che trascurabile.

Ci sono alcuni dati interessanti che possiamo citare a proposito delle isole. Il primo, e il più ovvio, è quello riguardo l'area, un'area totale di circa 2.500.000 miglia quadrate. Unite, formerebbero una superficie continentale grande quasi quanto quella dell'Australia. La popolazione totale è di 350 milioni, cifra chiaramente continentale, essendo superiore alla popolazione totale del Nord America.
Possiamo, quindi, dire così: un essere umano su dieci vive su un'isola più piccola della Groenlandia. Le cinque isole più grandi in termine di estensione sono citate nella tavola 4. Le aree si intendono in miglia quadrate.


Tavola 4. Le isole più grandi
 mq
Nuova Guinea312.329
Borneo290.285
Madagascar230.035
Baffin201.600
Sumatra163.145

L'isola più grande, la Nuova Guinea si estende per una lunghezza massima di 1.600 miglia. Sovrapposta agli Stati Uniti occuperebbe la distanza tra New York e Denver. In superficie è di un quindici per cento più grande del Texas. Ha la più importante e più alta catena di montagne che esista oltre quelle dell'Isola Mondiale e della Nuova Isola Mondiale, e ospita alcuni tra i più primitivi popoli della Terra.
Due altre isole delle prime cinque appartengono allo stesso gruppo della Nuova Guinea. Infatti Borneo e Sumatra fanno parte dell'arcipelago che viene comunemente chiamato «Indie Orientali», arcipelago che si estende per 4.000 miglia di oceano tra l'Asia e l'Australia, formando il più grande gruppo di isole del mondo, per una superficie di quasi 1.000.000 di miglia quadrate. La popolazione dell'arcipelago è di circa 103.000.000 di abitanti, il 30 per cento di tutta la popolazione insulare del mondo.
In un certo senso il Madagascar è come un'India Orientale collocata 4.000 miglia a ovest, all'altra estremità dell'Oceano Indiano. Ha pressappoco la forma di Sumatra, e una dimensione che sta tra quella di Sumatra e quella di Borneo. Anche la popolazione nativa è molto più simile a quella del sudest asiatico che non a quella della vicina Africa.
Solo l'isola di Baffin, una delle cinque grandi, si stacca da queste caratteristiche. L'isola di Baffin fa parte di un arcipelago che si stende a nord del Canada. Esattamente tra l'ingresso della Baia di Hudson e la Groenlandia.
Curioso, ma non una sola delle cinque grandi isole è una gigante per quanto riguarda la popolazione. Ci sono tre isole, infatti (non tra quelle elencate), che ospitano, insieme, oltre metà della popolazione di tutte le isole del mondo. Probabilmente la più popolosa non è conosciuta per nome dalla maggioranza dei lettori. Si tratta di Honshu, cioè la più grande isola del Giappone, quella su cui sorge Tokyo.
Le tre isole sono indicate nella tavola 5.


Tavola 5. Le isole più popolose
 mqpopolazione
Honshu91.27872.000.000
Giava48.50466.000.000
Gran Bretagna88.13354.000.000

Giava è certamente una delle grandi isole più densamente popolate (Dico «grandi isole» solo per escludere l'isola di Manhattan). Ha una densità di 1.350 abitanti per miglio quadrato, risultando così otto volte più popolata dell'Europa. È di una volta e mezzo più densamente popolata del Belgio, lo stato con la popolazione più fitta di tutta Europa. Questo è notevole, dato che il Belgio ha un fortissimo sviluppo industriale, e Giava è prevalentemente agricola. Di solito ci si aspetta una zona industrializzata, e non agricola, a sostegno di una forte popolazione (E per la verità lo standard di vita del Belgio è molto più alto di quello esistente a Giava).
Molto dietro alle tre grandi ci sono altre quattro isole, tutte con una popolazione superiore ai dieci milioni di abitanti. Queste isole vengono elencate nella tavola 6 (Kyushu, a proposito, è un'altra delle isole del Giappone).
Avrete fatto caso che sette delle isole più popolate si trovano nell'Emisfero Orientale, lontane dall'Isola Mondiale, o tra l'Isola Mondiale e l'Australia. L'isola più popolata dell'Emisfero Occidentale è forse ancora un'isola che la maggior parte degli americani non sa riconoscere: Hispaniola. L'isola su cui si trovano Haiti e la Repubblica Dominicana. Ha una popolazione di 7.900.000.


Tavola 6. Isole moderatamente popolate
 mqpopolazione
Kyushu14.79113.000.000
Sumatra163.14512.500.000
Formosa13.85512.000.000
Ceylon25.33210.600.000

Di solito si pensa che le grandi potenze siano collocate sui continenti. In tutta la storia le grandi potenze si sono trovate sull'Isola Mondiale. Unica eccezione, naturalmente, sono gli Stati Uniti.
La grande eccezione alla regola del continentalismo delle grandi potenze è, logico, la Gran Bretagna. Nei tempi recenti anche il Giappone ha provato il contrario. Infatti, Gran Bretagna e Giappone sono le sole isole-nazione rimaste completamente indipendenti attraverso tutta la storia medioevale e moderna.
Oggi (a meno che io non abbia fatto un errore di calcolo, e in questo caso sono sicuro di venire informato da un certo numero di gentili lettori) ci sono almeno diciannove isole-nazione. Diciannove nazioni indipendenti il cui territorio si trova su un'isola o su un gruppo di isole, e che mancano anche del più piccolo possedimento sia sull'Isola Mondiale, quanto sulla Nuova Isola Mondiale.
Una di queste, l'Australia, è per la verità un continente-nazione, ma voglio includerla per fare un elenco completo. Le 19 nazioni (compresa l'Australia) sono elencate nella tabella 7 in ordine di popolazione.
Questa tavola deve essere però accompagnata da qualche chiarimento. Primo, la contraddizione tra Gran Bretagna come isola e come nazione è causata dal fatto che come nazione comprende alcuni territori fuori dall'isola madre, ad esempio l'Irlanda del Nord. L'Indonesia comprende la maggior parte, ma non tutto, dell'arcipelago che ho prima citato come Indie Orientali.
Virtualmente, tutti gli abitanti delle isole fanno parte di isole-nazione indipendenti. Le isole più grandi (o parte di isole) ancora colonie nel vecchio senso della parola sono: la metà orientale della Nuova Guinea (pop. 2.000.000) che appartiene all'Australia, Mauritius (pop. 721.000) e le Isole Figi (pop. 435.000) che appartengono alla Gran Bretagna. Francamente non so come classificare Portorico. Si autogoverna in gran parte, ma viene considerata colonia americana. Penso di poterla qualificare l'isola non indipendente più popolosa che sia rimasta (pop. 2.350.000).


Tavola 7. Le isole nazione
 mqpopolazione
Indonesia735.268100.750.000
Giappone142.72696.560.000
Gran Bretagna94.22053.673.000
Filippine115.70730.758.000
Formosa13.88511.884.000

Come potete vedere dalla tavola 7, l'isola-nazione più popolosa non è né il Giappone, né la Gran Bretagna, ma l'Indonesia che è infatti la quinta nazione più popolosa del mondo. Solo la Cina, l'India, l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti (tutti su territori immensi) sono più popolose dell'Indonesia.
Le uniche isole-nazione che occupano meno di un'isola sono Haiti e la Repubblica Dominicana (che dividono Hispaniola) e l'Irlanda, le cui sei contee nord-est fanno ancora parte della Gran Bretagna. L'unica isola-nazione che ha parte delle sue isole appartenenti a nazioni che hanno dei territori sul continente è l'Indonesia. Parte dell'isola di Borneo (quasi tutta indonesiana) appartiene al nuovo stato della Malesia, situato sulla vicina Asia. La metà orientale della Nuova Guinea (la metà occidentale è indonesiana) appartiene all'Australia, e la metà nord-orientale della piccola isola indonesiana di Timor appartiene al Portogallo.
L'Indonesia ha un'altra particolarità. È l'unica nazione che si sia ritirata volontariamente dalle Nazioni Unite.
Samos Occidentale, d'altra parte, è stata l'unica, tra le nazioni che hanno conquistato l'indipendenza con la Seconda Guerra Mondiale, a decidere volontariamente di non entrare a far parte delle Nazioni Unite.
Su queste isole ci sono diciassette città che contano un milione o più di abitanti. Nella tavola 8 sono elencate in ordine decrescente. Certe cifre, però, non sono rigorosamente esatte.


Tavola 8. Le città delle isole
  popolazione
TokyoGiappone10.400.000
LondraGran Bretagna8.350.000
DjakartaIndonesia2.975.000
OsakaGiappone2.940.000
SydneyAustralia2.220.000
MelbourneAustralia1.900.000
NagoyaGiappone1.550.000
KyotoGiappone1.400.000
YokohamaGiappone1.320.000
HavanaCuba1.250.000
BirminghamGran Bretagna1.200.000
ManilaFilippine1.140.000
SurabajaIndonesia1.135.000
KobeGiappone1.120.000
GlasgowGran Bretagna1.100.000
BandungIndonesia1.000.000
TaipeiFormosa1.000.000

Tra queste, Tokyo può essere considerata la più grande città del mondo. Dico «può essere» perché un'altra città le contende il primato. Shanghai. Le statistiche sulla popolazione della Repubblica Popolare Cinese sono dubbie, ma la popolazione di Shanghai, città continentale, dovrebbe essere sui 10.700.000 abitanti.
New York, la più grande città della Nuova Isola Mondiale, non è che quarta dopo Tokyo, Shanghai, e la grande Londra. New York è situata quasi tutta su delle isole, non c'è dubbio. Solo uno dei sobborghi, il Bronx, si trova indiscutibilmente sulla terraferma. Tuttavia non è su un'isola, nello stesso senso in cui lo sono Tokyo e Londra.
Se si esclude New York come caso dubbio, allora la più grande città su isola che si trovi nell'Emisfero Occidentale, l'unica di questa mezza parte del mondo che abbia una popolazione superiore al milione, è l'Havana.
A questo punto rimane un solo interrogativo. Nel limitare l'argomento alle isole circondate da acqua salata siamo forse stati costretti a dimenticare qualche importante isola di acqua dolce?
In termini di grandezza (se non di popolazione) ce n'è una sola degna di essere ricordata. È un'isola di fiume che pochissimi al mondo (fuori dal Brasile) conoscono: l'isola di Marajo alla foce del Rio delle Amazzoni.
Ha una larghezza di 100 miglia, e una superficie di 14.000 miglia quadrate. È più grande di Formosa, e se l'avessimo calcolata tra le isole del mare avrebbe occupato il trentatreesimo posto tra le maggiori isole del mondo. Il che non è niente male per un'isola di fiume. Ad ogni modo si tratta di una terra piatta, paludosa, spesso sommersa dalle inondazioni, e vicinissima all'equatore. Nessuno ci potrebbe vivere.
La sua esistenza dimostra però quale gigante sia il Rio delle Amazzoni. Ma ora non stiamo parlando di fiumi. Un'altra volta, forse.

FINE