Red Alert Project
Utopia & Dystopia
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PICCOLO MANUALE CONTRO LA REPRESSIONE

I / II / III / IV / V / VI / VII / VIII / IX / X / XI / XII / XIII / XIV

Questo opuscolo è un adattamento di un vecchio manuale che circolava anni fa. È stato aggiornato e arricchito cosicché i suoi contenuti potessero adattarsi ancor meglio alla situazione attuale. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un aumento della repressione; questa crescita del controllo consiste non solo in una maggiore distribuzione sul territorio delle "forze dell'ordine" ma soprattutto in un investimento nell'ambito scientifico - tecnologico, che permette l'adozione da parte dello stato di mezzi di sorveglianza sempre più sottili e celati. La tecnologia non è mai stata neutra ma è sempre servita a chi ci controlla, e mai come in questi giorni è stata di aiuto alla repressione. Nelle città in cui viviamo sono costantemente in aumento occhi e orecchi elettronici, strumenti utilissimi per soffocare anche il più piccolo dissenso. La lettura di queste pagine possa essere d'aiuto a tutte quelle persone, che non chinano la testa di fronte ad un imposizione qualsiasi.

Capitolo I - La repressione aumenta... l'odio anche

Semplificando al massimo, in Italia ci sono 4 principali organizzazioni armate legalizzate: l'esercito, la finanza, la polizia ed i carabinieri. L'esercito serve per i problemi al di fuori dei confini nazionali, e viene usato per problemi interni solo in casi estremi (rivolte di massa, ecc.) oppure è usato al posto della protezione civile in caso di terremoti, disastri vari, sempre con ampia pubblicità e propaganda, come se la sua vera funzione fosse quella di aiutare la gente e non di ucciderla (vedi ultime missioni "umanitarie" in Somalia e Kossovo). I carabinieri sono parte dell'esercito ed al tempo stesso molto indipendenti, ed hanno visto il loro ruolo originario trasformarsi in guardiani anche dei civili, diventando una seconda polizia, con annessi e connessi. La finanza dovrebbe solo preoccuparsi di cose come il contrabbando, l'evasione fiscale, ecc. ma di fatto fa molto di più, anche se comunque è molto difficile che sia un finanziere a chiedervi i documenti o a farvi paranoie. La polizia, infine, si divide in vari sottogruppi, e basta vedere i telegiornali e ultimamente anche vari telefilm (farciti di megaspot) per sapere quali sono: DIA (antimafia), ROS (raggruppamento operativo speciale), antidroga, anticrimine, ecc. e per quel che più ci interessa la DIGOS (Divisione Investigativa Generale Operazioni Speciali). La DIGOS generalmente si interessa di tutti i reati di opinione (dalla difesa dei diritti umani all'animalismo). Ora, poiché non si tratta di compartimenti stagni, è ovvio che tutti quanti si occuperanno di tutto quello che succede ed anche di te che magari non hai fatto nulla (per loro 9 persone su 10 sono sospette), ma più semplicemente sarà la DIGOS e non la finanza a fermarvi se state volantinando così come saranno i carabinieri e non i militari comuni a perseguirvi se decidete di disertare. A tutto ciò vanno aggiunte le varie polizie private (guardie notturne ecc.) che spesso possono intervenire anche per cose che non le riguardano (come ad esempio se state attacchinando o scrivendo su un muro) per puro fanatismo, oltre ai vari poliziotti "nel cervello", ovvero vari cittadini normali che, imbottiti di propaganda televisiva e di film polizieschi oppure di natura pettegola e spiona, non perdono occasione per sentirsi eroi telefonando ai poliziotti veri ogni volta che vedono qualcosa di diverso dalla loro "normalità" (spesso basta che vedano uno vestito eccentrico oppure che si fa gli affari suoi nei paraggi per farli pensare a pericolosi ladri teppisti e terroristi).

Capitolo II - Qualcosa in più a livello personale

Sempre generalizzando al massimo, i guardiani possono essere di due tipi principali: i convinti e le "false vittime" (tra l'altro quest'ultimi sono in diminuzione). Fermo restando che è sempre e comunque totalmente inutile (oltre che controproducente) mettersi a parlare o peggio ancora a discutere con loro, sappiate che mentre i convinti sono completamente irrecuperabili, le false vittime potrebbero venirvi a dire cose del tipo: «Lo faccio perché è il mio lavoro, è un'alternativa alla disoccupazione ecc. ecc.» come se non si rendessero conto che fare il poliziotto è ben diverso che fare il bidello o il muratore: occorre rinunciare alla propria dignità per fare il cane da guardia, occorre sottostare a rigide discipline e subire lavaggi del cervello prima di poter essere assunti, occorre mettere da parte la propria umanità, per ragionare esclusivamente in freddi termini di legge, diritti, doveri, sottomissione e obbedienza.
Sebbene non ci possa essere un poliziotto buono, alcuni sono più cattivi e preparati, perché lo fanno con passione, mentre altri sono ugualmente cattivi e irrecuperabili più per forza di cose che per altro (quello che si dice le cattive compagnie!). Alcuni sono più acculturati, altri non sanno nemmeno parlare. Comunque, tra tutti, di umani non c'è né, ed hanno ugualmente la stessa identica funzione. Non illudersi di avere a che fare con persone umane; capire una volta per tutte che sono stati talmente inquadrati da rendere inutile qualsiasi speranza di poter ragionare con loro.

Capitolo III - Cautela a 360°

La polizia veste sia in divisa che in borghese, comunque sappiate che chi fa il servizio in divisa non passerà mai operazioni in borghese o viceversa. Quelli in borghese sono di due tipi: quelli fatti apposta per essere riconosciuti, ovvero sempre le solite facce che vedi ad ogni iniziativa e che hanno un look luccicante e riconoscibile (uno di 40 anni ad un corteo di studenti, uno col cappello da pioggia se c'è il sole, un altro col montgomery blu, sempre sulle stesse macchine), e poi quelli fatti per non essere riconosciuti, che cambiano spesso, si mimetizzano benissimo e che di solito uno non cerca più con lo sguardo perché ragiona (sbagliando) così: «Ci sono già i soliti che io riconosco ogni volta». Cautela a 360° dunque, anche se non avete nulla da nascondere o temere, perché spuntano come funghi. In più, ci sono i vari delatori. Si tratta di figuri che non sono poliziotti ma parlano volentieri in cambio di favori come una busta d'eroina, poche lire, oppure la "chiusura di un occhio" sui loro traffici loschi o sulle loro magagne. Diffidare specialmente di: finti sordi, finti tonti, finti sbronzi e di tutti coloro che, a causa di una loro relativa debolezza, sono facilmente ricattabili (tossici, persone senza dignità che si vendono per poco, malavitosi privi di qualunque senso dell'onore, ecc.).
Riassumendo per i più lenti di comprendonio: non parlare se non è il caso o se non si conosce benissimo l'interlocutore, evitare di raccontare fatti propri o altrui specie se "illegali", farsi gli affari propri e non parlare di tutto con tutti o vantarsi di "azioni", ecc. perché questo si può ritorcere contro di voi. Imparare a tacere, anche con gli amici (o i genitori) e non lasciarsi mai andare (ad esempio bevendo) nello spifferare cose che non sono da dire. D'altra parte, è importante evitare di assumere comportamenti carbonari, misteriosi o da qualcuno che ha qualcosa da nascondere ed anche di diventare paranoici e rovinarsi la vita anche con gli amici. Saper distinguere, saper tacere, sapersi divertire.

Capitolo IV - Atteggiamenti generali

In linea di massima, non dire mai niente. Anche se vi fermano per strada, anche se parlano apertamente del più o del meno, anche se chiedono cose superficiali o futili, stanno in realtà cercando di conoscervi meglio e di sapere di più sul vostro conto: la vostra personalità, il vostro carattere, il grado di conoscenza di altre persone, le vostre idee, le vostre paure, i luoghi che frequentate, la vostra coscienza politica e le vostre opinioni su questa società. Non dire nulla, rispondere alle eventuali domande con monosillabi, non impegolarsi in "spiegazioni", digressioni, opinioni e men che mai discutere di cose generali o di "politica" tanto: 1° non serve a niente, 2° è usato contro di voi.
Negare sempre, anche l'evidenza, né riconoscere mai nessuno (anche nelle fotografie). Piuttosto è meglio dire di non ricordarsi e di non sapere, che mettere nei guai se stessi o altri, anche perché l'obbligo di dire la verità esiste (formalmente) solo davanti ai giudici. Non cadere nei giochetti come "noi sappiamo tutto", "il tuo amico ha già confessato", "ti hanno visto", ecc. perché nel 90% dei casi stanno solo provando a farvi dire quello che non sanno. Non credere a quelli che fanno i bravi (o i cattivi), non illudersi che mantengano le promesse, non farsi spaventare dalle minacce e tutti gli altri loro trucchi vecchi come il mondo. Inoltre, ricordarsi che la "legalità" è relativa e che ogni regola di buon senso e onestà è da loro infranta per prima.

Capitolo V - Telefoni e corrispondenza

Per poter subire intercettazioni e controlli in piena regola occorre essere indagato per gravi reati, e ci vuole l'ordine del giudice. Quindi è abbastanza improbabile che controllino telefono e posta con i sistemi che si vedono nei film. È invece frequente e probabile che origlino le telefonate e guardino la posta al di fuori delle regole: in ogni ufficio postale ogni cosa passa per l'ufficio della polizia e per quel che riguarda i telefoni ogni questura ha un terminale Telecom da cui uno o più poliziotti ascoltano liberamente e costantemente tutti i telefoni che vogliono. Comunque sia, le linee telefoniche sono bucate come groviera, quindi sappiate che ascoltano e curiosano tutto e tutti, ed occorre tacere e fare la massima attenzione. Questo vale naturalmente anche per i telefoni cellulari, che oltre ad essere oggetto di più facile controllo rispetto ai telefoni fissi, forniscono informazioni sulla tua posizione attraverso i segnali inviati continuamente dalla batteria. Anche un telefono spento quindi può essere rintracciato, l'unico modo sicuro per non essere spiati è quello di staccare la batteria per rendere così il telefono completamente privo di segnale.

Capitolo VI - La video sorveglianza

Esistono telecamere di controllo in quasi le maggior parte dei posti pubblici; metropolitana, centri commerciali, parcheggi, ospedali, banche, stadi, come forma di controllo del traffico nelle strade ecc... Principalmente queste videocamere servono come deterrente e ispirano un sano senso di paranoia. "Se non hai niente da nascondere non devi temere". La video sorveglianza sta entrando nelle nostre vite sempre di più e nel futuro possiamo immaginare che questa tendenza aumenterà. Per quanto riguarda il modo di rapportarsi ad esse ovviamente la migliore cosa è quella di essere difficilmente riconoscibili. Quindi cappellini, sciarpe, cappucci passamontagna e occhiali da sole sempre in tasca, ogni capo di vestiario scelto a seconda delle condizioni climatiche e per la specifica situazione. Alle manifestazioni evitare abbigliamento con colori evidenti perché vi farà risaltare nella massa. Ricordate che alcuni modelli sono talmente piccoli che non si notano facilmente, altri sono attrezzati con infrarossi e possono "vederti" anche nell'oscurità più totale.

Capitolo VII - Elicotteri della polizia e la loro capacità video

Gli elicotteri della polizia hanno a bordo equipaggiamento per contatti radio con i colleghi a terra e videocamere. L'equipaggiamento consente loro di tenersi in contatto permanentemente e i tempi di risposta sono rapidi. La qualità delle telecamere consente di scorgere, mettere a fuoco e registrare una faccia in una folla. L'immagine è registrata a bordo ma in alcuni elicotteri può essere trasmessa a terra in questura o su un furgone. Questo consente in teoria di isolare, seguire ed identificare un particolare individuo indirizzando la polizia a terra verso di costui anche se è visibile solo dall'alto. Lo stesso accorgimento consente di riprendere la targa di una macchina, spedirla al terminale e poter avere informazioni sul proprietario (e quindi i suoi precedenti etc.).

Capitolo VIII - Repressione preventiva

Spesso, se vedono che frequentate posti, persone e ambienti diversi dalle solite discoteche e compagnie ricche e per bene, tentano di intimorirvi, con tutta una serie di sistemi. Si va dal chiedere i documenti con frequenza allo sconsigliare di frequentare certe persone, dal minacciare all'intimare di stare "attenti" o mettere la testa apposto. Tutte azioni che lasciano lo spazio che trovano, da cui è utile non farsi intimorire (praticamente vi dipingono le cose in maniera drammatica quando non lo sono, o inventano e ricamano solo per fare paura, quindi...), facciamo notare per l'ultima volta che anche in questo caso sarà proprio la prudenza mantenuta a dare i suoi frutti.
Anche senza motivo, se sanno di poter far leva su punti deboli non esitano ad usarli. È successo qualche volta anche di avvisi "informali", cioè come se l'incutere timore ai genitori attraverso amici e conoscenti che dicono di sapere che "il ragazzo è sulla cattiva strada" o cose varie, anche se non ce n'è motivo. Questo la dice lunga sulla funzione dei guardiani, e da questi episodi scaturiscono spessissimo risultati opposti come una maggior ribellione verso questa finta libertà anche da parte di chi prima se ne fregava. In casi meno frequenti, possono giungere a recapitare biglietti o telefonate di convocazione in questura per "affari che vi riguardano". Si tratta di semplici colloqui in cui cercano di sapere di più di voi, di intimorire di preoccupare i famigliari per un nonnulla. State bene certi che se su di voi ci sono indagini o sospetti seri non è che ve lo vengono a dire, quindi tutte queste cose vanno sdrammatizzate ed inquadrate nella giusta ottica: captazione di informazioni e soprattutto intimidazioni. Il loro ragionamento è grossomodo il seguente: «Siccome più gente si ribella più dobbiamo lavorare, cerchiamo di spaventare senza morivo tutti quelli che possiamo».
Casomai ti potessi riconoscere in una di queste situazioni, non farti intimorire! Non aver paura di essere te stesso! Non aver paura di pensare con la tua testa! Sappi che ci sono moltissimi che la pensano come te, non dar retta ad affermazioni del tipo "sono quattro esaltati" oppure "pensa al tuo futuro", "finirai con l'isolarti", perché sono tutte menzogne a loro uso e consumo!

Capitolo IX - Giovanotto, documenti!

Non si ha l'obbligo di avere sempre con sé i documenti, ma è meglio averli perché in teoria se non li avete possono portarvi in questura per accertare che l'identità che dichiarate è vera. Di solito, si accontentano che diciate le vostre generalità complete, e se chiedono se c'è qualcuno tra i presenti pronto a garantire per voi sappiate che per la legge la "garanzia" non esiste ma per i poliziotti è utile per vedere quali sono i vostri miglior amici. Se avete i documenti, non avete precedenti e non state facendo un reato sappiate che portarvi in questura o in centrale è un abuso di potere, ed anche se non potrebbero, qualche volta mirano a farlo.
Provare ad opporsi con le dovute maniere a seconda delle circostanze, senza cadere nelle trappole della resistenza o dell'oltraggio, ribadire che non si è fatto niente e non si ha nulla da nascondere.

Capitolo X - Precedenti penali

Siccome c'è molta confusione, cerchiamo di chiarire una volta per tutte: i precedenti sono solo quelle condanne che si hanno se si è ritenuti colpevoli dopo il processo. Una denuncia (per danneggiamenti, per un coltellino, ecc.) non è un precedente penale, e lo diverrà solo dopo l'eventuale processo. Tutto quello che si è fatto da minorenni non costituisce precedente. Di fatto, se dopo avervi chiesto i documenti vedono che il terminale segnala gli eventuali problemi che potete aver avuto in passato (segnalazioni, ecc) proverranno a dirvi "ma voi dei precedenti li avete!" anche se non è vero, perché si tratta dei cosiddetti "carichi pendenti". Se invece dei precedenti li avete, sappiate si può anche non dirli, ma se le circostanze lo richiedono è consigliabile dire quello meno grave (se non si riesce a rispondere evasivamente).

Capitolo XI - Perquisizioni

Talvolta, dopo i documenti chiedono di far vedere cosa si ha in tasca. Ovviamente far vedere solo quello che non è pericoloso. Se invece vi perquisiscono loro, ricordate che deve essere uno dello stesso sesso a farlo, e chiedete sempre se non trovano niente di rilasciarvi la dichiarazione di avervi perquisiti e non aver trovato nulla. Spesso, il dire che poi si vuole questa dichiarazione è un buon deterrente dal farvi perquisire. Per le perquisizioni in casa, ci vuole l'ordine del magistrato, cioè dovete essere indagati per cose abbastanza gravi, anche se ci sono delle leggi che sono state studiate per dare la possibilità ai guardiani di perquisire alla ricerca di esplosivi o cose così anche in mancanza di mandato. Inoltre possono essere effettuate perquisizioni nei casi in cui vi siate fatti cogliere in fragranza di reato. In ogni caso, per le perquisizioni di abitazioni, è vostro diritto farli aspettare finché non sarà presente un avvocato di vostra fiducia che farà da garante.

Capitolo XII - Interrogatori

Adesso parliamo degli interrogatori, di tutti i tipi. Anche se nel nostro caso non stiamo parlando di veri interrogatori ma di colloqui informali che i poliziotti chiamano, sempre per fare più paura, interrogatori; ribadiamo che secondo la legge la verità la devono dire solo i testimoni in un tribunale, (e lo stesso imputato può per legge mentire). Come già detto, parlare il meno possibile. Meglio esitare che dire una cosa e poi il suo contrario. Non fare digressioni, non dare spiegazioni per farsi capire meglio, non dilungarsi. Mai. Non credere ai loro giochetti. Ricordarsi che loro sono stati preparati con cura (e con l'esperienza personale di anni di polizia, oltre che con le teorie elaborate in anni di polizie in tutto il mondo), e che quindi è difficile gabbarli e mentire, a meno che non si sia ben preparati a non contraddirsi. Quindi evitare incertezze, negare sempre, non riconoscere niente e nessuno, non fare nomi. Non farsi intimorire dalle minacce o dalla superiorità numerica. Sappiate che spesso tra di loro troverete il cattivo abbinato al buono, che cercherà di estorcere la vostra confessione dicendo che così eviterete le furie del cattivo. Mentre non si dice nulla di compromettente (o meglio si tace del tutto), e meglio evitare crisi di rabbia o di pianto, scenate, insulti o accuse che essi potrebbero provocare per incastrarvi. L'impassibilità costante è indice di credibilità e sincerità, e la convinzione e la calma sono armi molto migliori di tante parole. Una tecnica molto diffusa è quella di lasciarvi per ore in sale d'attesa disseminate di microfoni registrando e ascoltando le vostre possibili conversazioni, quindi anche in questo caso è bene evitare di parlare di cose che potrebbero essere usate contro di voi. Non firmare mai niente, tanto meno confessioni o dichiarazioni, o qualunque altro foglio. È un vostro diritto (nonché un'ottima precauzione), e il poliziotto di turno scriverà semplicemente "si rifiuta di firmare" (anche se proveranno a dirvi di tutto: che non si può, che è gravissimo, che è peggio per voi).

Capitolo XIII - Botte

Sebbene certe pratiche dovrebbero essere confinate al medioevo ed anche se i poliziotti hanno oggigiorno metodi migliori dei ceffoni per giungere ai loro scopi, può tuttavia succedere che vi tocchino, specie per dare sfogo alle proprie frustrazioni. Da un lato in questo caso sono meno pericolosi, perché vuol dire che se non cedete neanche così non hanno nessun'altra leva per ricattarvi, e spesso dopo essersi sfogati vi lasciano andare senza aver ottenuto le informazioni che volevano. D'altra parte, gli inconvenienti sono ovvi a tutti. Evitare di ribellarsi. Per essere credibili e porre fine alla situazione il più presto possibile, bisogna evitare di fare i duri, confermare quel che si è detto fino a quel momento con la massima tranquillità, e dare così l'impressione di aver sempre detto il vero. Non confessare né riconoscere niente anche in questo caso, poiché abbandoneranno presto anche questo metodo se vedono che non funziona o che mantenete sempre la stessa versione dei fatti. Se avete delle ferite e volete procedere contro di loro (di solito non conviene, finisce che poi i magistrati danno ragione a loro anche con l'evidenza dei fatti) andate a farvi medicare immediatamente al pronto soccorso, chiedendo un referto sulle vostre condizioni. Non dire mai dove ci si è fatti male, ma inventarsi una scusa credibile (rissa da bar, cadute, ecc.) perché altrimenti i medici non vi danno il referto. Infatti, in tutti i pronto soccorsi c'è per legge l'ufficio di polizia e sono tutti d'accordo tra di loro. Col referto in mano, consultarsi al più presto con un avvocato o altri di cui vi fidate. Nel caso di cortei con scontri in cui le "forze dell'ordine" riescono a darle, evitare di andare al pronto soccorso perché di solito alcuni poliziotti sono lì che vi aspettano per denunciarvi per resistenza. Se proprio c'è bisogno di cure, al limite recarsi ad un pronto soccorso di un paese vicino e non dire la verità su come ci si è fatti male.

Capitolo XIV - Legalità

Se non lo si è ancora capito, è inutile e stupido appellarsi ad un comportamento legale o giusto da parte di chi per professione mantiene un ordine di cose ingiusto. Inutile e controproducente dire "voi non potete farlo", "non è legale!", non ascolteranno mai le vostre rimostranze.

Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, incasellato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, ad ogni azione, ad ogni transizione, ad ogni movimento, quotato, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato, e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, cacciato, deriso, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta, schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilità e in nome dell'interesse generale. Ecco il governo, ecco la giustizia, ecco la sua morale.
P. J. Proudhon

FINE