Science Fiction Project
Urania - Racconti d'appendice
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CADUTA LIBERA 2001 - Bob Shaw
Titolo originale: Deflation 2001

Dover pagare dieci dollari una tazza di caffè fu una cosa che scosse Lester Perry.
Il prezzo del caffè era fisso sugli otto dollari da quasi un mese, e lui cominciava a nutrire l'irrazionale speranza che si fermasse lì. Fissò cupamente il distributore automatico, mentre il liquido scuro scendeva in una tazza di plastica. La sua espressione divenne ancora più tragica quando cominciò a bere.
- Dieci dollari - disse, - e ti danno un caffè freddo!
Il suo pilota, Boyd Dunhill, scrollò le spalle; poi studiò i galloni d'oro dell'uniforme, nel timore che quel gesto insolito li avessi privati del loro splendore. - E cosa ti aspetti? - ribatté, indifferente. - La settimana scorsa, gli aeroporti hanno respinto le richieste salariali del Sindacato Addetti ai Distributori Automatici di Caffè, per cui hanno ricevuto l'ordine di attuare uno sciopero bianco, e questo ha fatto salire i costi.
- Ma quattro settimane fa hanno avuto un aumento del cento per cento! È stato allora che il caffè è andato a otto dollari la tazza.
- Il sindacato chiedeva il duecento per cento.
- Ma com'è possibile che l'aeroporto paghi il duecento per cento, Cristo?
- Gli Addetti ai Distributori Automatici di Cioccolata l'hanno ottenuto - spiegò Dunhill.
- Davvero? - Perry scosse la testa, incredulo. - L'hanno detto alla televisione?
- Sono tre mesi che la televisione non trasmette - gli ricordò il pilota. - Stanno ancora discutendo le richieste dei tecnici. Due milioni di stipendio base.
Perry accartocciò la tazza e la gettò in un cestino. - Il mio aereo è pronto? Possiamo partire?
- È pronto da quattro ore.
- E allora perché siamo ancora qui?
- Per via del contratto di produttività dei Tecnici di Piccoli Aerei. Per ogni lavoro di riparazione è previsto un minimo di otto ore.
- Otto ore per cambiare la spazzola di un tergicristalli! - Sconvolto, Perry si mise a ridere. - È un accordo del genere dovrebbe aumentare la produttività?
- Le ore lavorative pro capite dei tecnici dell'aeroporto si sono raddoppiate.
- Per forza, se impiegano otto ore per un lavoro da mezz'ora. Ma è solo una falsa... - Perry, accortosi dell'espressione sempre più truce del pilota, smise di parlare. Ricordò, appena in tempo, che era in atto una lotta sindacale fra l'Unione Compagnie Piccoli Aerei e l'Associazione Piloti Aerei Privati. I datori di lavoro offrivano il 75 per cento; i piloti chiedevano il 150 per cento, più una percentuale sui chilometri percorsi. - Mi trovi un facchino per la valigia?
Dunhill scosse la testa. - Dovrai portartela da solo. Sono in sciopero da venerdì.
- E perché?
- Troppa gente che si porta da sola le valigie.
- Oh! - Perry prese la valigia, la trasportò all'aereo. Allacciò la cintura di uno dei cinque sedili passeggeri, cercò una rivista da leggere durante il volo fino a Denver, poi ricordò che da due settimane non uscivano né riviste né quotidiani. I preliminari di volo richiesero più tempo del solito, dal che dedusse che i controllori di volo stavano effettuando uno sciopero. Alla fine Perry scivolò in un sonno agitato.
Fu risvegliato dal sibilo prepotente dell'aria che entrava in cabina. Evidentemente, lo sportello dell'aereo era stato aperto in volo. Intorpidito sia nel fisico che nel cervello, spalancò gli occhi. Dunhill si trovava davanti allo sportello aperto. La sua costosa uniforme era tutta spiegazzata dalle cinghie del paracadute.
- Cosa... cosa succede? - chiese. - Un incendio?
- No. - Dunhill parlava in tono molto ufficiale. - Sono in sciopero.
- Scherzi?
- Credi? Ho appena ricevuto notizie via radio. I datori di lavori hanno respinto le richieste estremamente ragionevoli dell'Associazione Piloti Aerei Privati, hanno interrotto le trattative. Abbiamo l'appoggio dell'Associazione Piloti Aerei Bimotori e dell'Associazione Piloti Aerei Quadrimotori. Quindi, tutti gli iscritti al nostro sindacato si asterranno dal lavoro a partire da mezzanotte. Al momento mancano trenta secondi all'incirca.
- Boyd! Io non ho paracadute! Che ne sarà di me?
Sulla faccia del pilota apparve un'espressione terribilmente decisa. - E cosa me ne frega? A te non importava molto che io cercassi di sopravvivere con uno stipendio di soli tre milioni l'anno.
- Sono stato egoista. Ora lo capisco, e me ne pento. - Perry slacciò la cintura, si alzò. - Non buttarti, Boyd. Ti raddoppio lo stipendio.
- Il nostro sindacato chiede di più - ribatté Dunhill impaziente.
- Oh! Be', te lo triplico. Guadagnerai tre volte di più di quello che guadagni oggi, Boyd.
- Mi spiace. Niente accordi personali. La solidarietà sindacale deve restare intatta. - Il pilota si girò e si buttò nelle tenebre del cielo.
Perry restò un attimo a guardarlo, poi chiuse lo sportello e andò in cabina di guida. L'aereo era affidato al pilota automatico. Perry si accomodò sul sedile di sinistra, afferrò i comandi, sforzandosi di tornare indietro di parecchi decenni, ai giorni in cui bombardava il Vietnam. Far atterrare l'aereo significava rogne serie per via delle leggi garantivano il diritto di sciopero, ma non si sentiva ancora pronto a morire. Disinserì il pilota automatico e ricominciò a prendere confidenza coi comandi. Tra l'altro, ne aveva un gran bisogno.

Fluttuando a poche centinaia di metri sotto l'apparecchio, Boyd Dunhill tirò il cavo di spiegamento e aspettò che il paracadute si aprisse. Il contraccolpo fu meno forte del previsto. Dopo qualche secondo, la sua velocità di discesa non era diminuita. Alzò gli occhi, e al posto di un paracadute spiegato vide solamente una serie di pezzi di nailon che volteggiavano in cielo.
E allora, troppo tardi, ricordò le minacce del Sindacato Confezionatori & Assemblatori di Paracadute: se le loro richieste di ferie più prolungate non venivano accolte, avrebbero sabotato tutta la lavorazione.
- Maledetti! - urlò. - Maledetti bastardi egois...
Splash!

FINE